Archive for aprile 2009

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Facciamoci le extension e cambiamo look!!!

28 aprile 2009

La maggior parte del software che utilizziamo per uso quotidiano è concepito per essere adatto alle esigenze ed i gusti per la più ampia cerchia possibile di utenti, per questo si ha spesso a che fare con buoni prodotti che garantiscono le funzionalità base che si richiedono ad una determinata tipologia di software ma che non sempre trovano un soddisfacente gradimento da parte dell’utente.

Ecco quindi nascere le estensioni, piccoli add-on in grado di aggiungere funzionalità al nostro software. In alcuni casi in realtà potrebbe trattarsi di semplici “ammenicoli” di discutibile utilità che appesantiscono il lavoro del processore, in altri casi invece assumono un ruolo importante e diventa difficile farne a meno.

I software “in salsa” Mozilla sono certamente i più noti per l’ampia offerta di estensioni, basta citare Firefox, Thunderbird, Songbird. Anche OpenOffice dispone di una nutrita offerta di estensioni atte a rendere più produttivo l’operato dell’utente.

Se le estensioni permettono di aggiungere funzionalità sempre nuove ai software per i quali sono concepiti, le skin invece sono in grado di modificarne, talora radicalmente, l’aspetto grafico. Ne esistono per tutti i gusti e spesso sono create per adattarsi al meglio ai vari temi grafici disponibili per il sistema operativo.

Estensioni e skin sono disponibili sia  sui siti di riferimento dei singoli software cui si riferiscono, sia su siti appositi. Li citerò di volta in volta quando approfondirò l’argomento con miei post sui singoli software e sulle estensioni più comuni (e quelle da me preferite).

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I repositories

27 aprile 2009

Spesso si rimprovera GNU/Linux per la sua presunta mancanza di versatilità nel caso di uso in ambiente domestico. Dopo aver proceduto all’installazione della propria distribuzione GNU/Linux preferita, il più delle volte, infatti, ci si trova davanti un sistema operativo che non ci permette di eseguire le operazioni più comuni, quali ad esempio ascoltare la nostra musica preferita o vedere i nostri filmati. Anche il file sharing il più delle volte non è possibile e molti siti che sfruttano la tecnologia flash, come ad esempio YouTube, non possono essere visualizzati correttamente.

Per carità, succede lo stesso anche con Windows. In tal caso basta scaricare i programmi e codec necessari per avere un sistema performante. Nel caso di GNU/Linux ci si aspetterebbe di avere già tutto pronto, in quanto un’installazione comprende non solo il sistema operativo, ma anche tutta una serie di programmi che permette di essere fin da subito “produttivi”.

Qualche distribuzione fornisce quasi tutto il necessario, altre preferiscono di no per motivi legali e di copyright, lasciando però l’utente libero di provvedere da sé.

Concentrerò la mia attenzione su Mandriva, Kubuntu ed OpenSUSE e sulle procedure che permettono di renderle “usabili” in ambiente “domestico”.

Come per Windows, basta cercare in rete, ad esempio con Google, il software necessario, scaricarlo dal sito ufficiale o provare a farlo da uno dei tanti motori di ricerca appositi per scaricare software per GNU/Linux adatti alla propria distribuzione.

Niente .exe però, ma “pacchetti”, anch’essi installabili comunque a colpi di click.

  • I più noti sono gli .rpm, ideati da Red Hat e presto adottati da Mandriva. Li troviamo anche per Fedora, OpenSUSE ed altre distribuzioni.
  • I .deb sono caratteristici della Debian e delle distribuzioni da essa derivate, come ad esempio Ubuntu e “famiglia”.
  • I .tgz sono caratteristici della Slackware
  • I .tar.gz invece sono archivi compressi, adatti a tutte le distribuzioni, che vanno però “compilati”, sulla macchina che li ospiterà, mediante una procedura di solito standard e che comunque si trova descritta all’interno dei file di documentazione degli archivi stessi.

Tutte queste procedure, delle quali l’ultima risulta certamente più macchinosa, soprattutto per un “neofita” proveniente da Windows, non sempre vanno a buon fine, in quanto spesso sono richiesti altri programmi e librerie necessari perché l’installazione abbia luogo correttamente.

Ecco allora nascere i repositories, ovverosia dei database che ospitano tutti i software più comuni, già impacchettati per la relativa distribuzione. Ciò rende estremamente facili la ricerca, l’installazione (e l’eventuale rimozione) di software, che va fatta non più “surfando” per la rete, ma “appoggiandosi” all’apposito programma, caratteristico di ogni distribuzione, che si incarica appunto della ricerca e dell’installazione dei software che ci interessano, provvedendo automaticamente, se ne fosse il caso, ad installare le relative dipendenze, ovvero quegli ulteriori software e librerie senza i quali l’installazione, che ci eravamo prefissi, non avrebbe esito positivo.

Il programma che ci facilita la vita può essere MCC (nel caso di Mandriva), PackageKit (nel caso di Kubuntu), YaST (nel caso di OpenSUSE).

Di seguito trovate un link che riassume le varie procedure di installazione che possono essere effettuate.

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Poseidon 3.1: prova su strada

25 aprile 2009

Stavolta ho deciso di dare una descrizione sommaria di una distribuzione GNU/Linux che ho scoperto per caso, trovata in allegato alla rivista Linux Pro di Marzo 2009: Poseidon 3.1.

Si tratta essenzialmente di una derivata di Ubuntu 8.04 quindi non troppo recente, come dimostrano d’altronde la versione del kernel, 2.26.24-21-generic, e quelle relative al parco software a corredo.

Non vorrei scatenare “guerre di religione” ma nonostante la scelta di Gnome come ambiente desktop, la resa grafica è decisamente più che gradevole. Ho sempre preferito infatti KDE, Gnome non mi ha mai attirato, soprattutto quello color “cacca” che si trova di default su Ubuntu, nemmeno minimamente confrontabile a quanto può trovarsi su Fedora, Poseidon di certo non sfigura. Gli screenshot presenti sul sito danno già l’idea di quale ambiente ci si troverà davanti al primo avvio e la ricchezza del parco software.

A tal proposito ci tengo a sottolineare che Poseidon è già perfettamente “usabile” fin già da live Cd. Non viene riscontrato alcun inconveniente, i siti in flash sono visualizzati senza alcun problema, così come ci si può dedicare subito allo svago grazie ai giochini presenti e ai codec già inclusi che permettono di godere della musica e dei filmati preferiti senza alcun intervento dell’utente. Anche la webcam risponde a dovere, così come vengono riconosciute e montate in automatico le partizioni presenti sull’hard disk.

Poseidon si distingue dalle altre distribuzioni perché orientata alla scienza, risulta perciò adatta allo studio ed al calcolo scientifico oltre al normale uso quotidiano. Una rassegna dei principali software inclusi nella distribuzione è data dallo stesso sito ufficiale, io ho deciso di soffermarmi un attimo sulla tipologia di software che si può usare più frequentemente:

  • navigazione web: firefox
  • posta elettronica: thunderbird, evolution
  • chat: amsn, pidgin, ekiga
  • torrent: transmission
  • ufficio: openoffice, kyle, lyx, scribus
  • grafica: gimp, f-spot, inkscape, dia, blender
  • audio: amarok, audacity, rhytmbox
  • video: totem, mplayer, avidemux

Figurano inoltre google earth, bluefish, wine più i software all’interno della categoria Poseidon, quelli più propriamente adatti allo studio come ad esempio i gruppi di software BioInfo e GIS ed altri software quali:

GNU Octave, LabPlot, OpenUniverse, QCaD, R, Scilab, Stellarium

Come potete capire da quanto appena descritto descritto, Poseidon è una distribuzione veramente completa, adatta a tutti e pronta all’uso 😉 .

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Kubuntu 9.04 (Jaunty Jackelope): prova su strada

24 aprile 2009

Ubuntu nelle sue diverse varianti (Kubuntu e Xubuntu le più note) è senza dubbio la distribuzione GNU/Linux che ha fatto più proseliti, soprattutto tra i newbie, per la sua estrema semplicità d’uso e per il suo “parco” software vastissimo. Potete visitare il sito dove è postato l’annuncio ufficiale di rilascio ed un breve tour (anche grafico) che illustra le caratteristiche salienti di questa versione. Il sito per il download è questo.

In versione live vengono riconosciute e montate le eventuali partizioni windows presenti, così fin da subito si ha la possibilità di aprire i propri file per testare le applicazioni presenti in questa distribuzione. Dopo una rapida “esplorazione” ci si renderà conto che non è possibile visualizzare correttamente siti con contenuto flash, come ad esempio YouTube, e nemmeno potersi godere i propri file musicali ed i propri filmati.

Kubuntu infatti non include i principali codecs audio e video (nemmeno flash) e nemmeno driver proprietari, quali ad esempio quelli della scheda video.

Ciò potrebbe far scoraggiare l’utente che sia avvicina per la prima volta al mondo GNU/Linux, ma occorre sottolineare che bastano pochi interventi perché Kubuntu 9.04 diventi perfettamente “usabile” in modo del tutto analogo a quanto già descritto per Kubuntu 8.10.

L’ambiente desktop è KDE 4.2.2 ed il kernel è 2.6.28-11-generic. Persiste, almeno nel mio caso, il mancato riconoscimento della webcam (la Logitech Quickcam for Notebooks che fino alla versione 8.04 di Kubuntu era riconosciuta già in versione live), spero perciò che i miei lettori possano darmi “lumi” per la risoluzione di questo problema.

Ecco una breve rassegna dei software inclusi (cito solo quelli di uso più comune):

  • navigazione web: Konqueror
  • posta elettronica: KMail
  • chat: Kopete, Quassel
  • torrent: KTorrent
  • ufficio: OpenOffice.org 3.01, Okular (visore di svariati tipi di documenti)
  • grafica: Gwenview (viewer)
  • audio: Amarok 2.0.2
  • video: Dragon Player
  • CD burning: K3b
  • navigazione file: Dolphin

Gli altri programmi (si noti l’assenza di Gimp ed Ekiga) possono essere scaricati ad installazione ultimata.

Kubuntu è senza dubbio un’ottima distribuzione (adatta soprattutto a chi proviene da windows) e la consiglio caldamente. Da quanto vi ho appena descritto, è chiaro che un intervento, seppur minimo, dell’utente è richiesto perché il sistema si adatti alle nostre esigenze.

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Perché passare a GNU/Linux

23 aprile 2009

Questo mio primo post vuole offrire una rassegna dei principali motivi che possono convincere l’utente “medio” a passare a GNU/Linux. Il tutto è scritto con molta chiarezza ed illustra, tra le altre cose, quali siano le alternative che GNU/Linux ci offre per l’attività che quotidianamente svolgiamo su windows ed anche i casi in cui è meglio non effettuare la “migrazione”.

Questa rassegna, videoguide, manuali, tutorial ed altro materiale sono reperibili presso il sito dell’Istituto Majorana di Gela.

Un’altra rassegna (stavolta video e con un po’ di storia) dei motivi per i quali è preferibile passare a GNU/Linux è disponibile a questo link.