Posts Tagged ‘OpenSUSE’

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GNU/Linux al posto di Windows: codec e DVD criptati

19 dicembre 2009

Per visualizzare correttamente i DVD criptati, per intenderci quelli che acquistiamo, noleggiamo o troviamo in allegato alle riviste, occorre seguire una serie di passaggi che varia da una distribuzione all’altra.

Mandriva

Su Mandriva sono disponibili già da live CD i codec multimediali più comuni che permettono di eseguire la maggior parte dei file, non però i DVD criptati.

OpenSUSE

Ad installazione avvenuta occorre provvedere a quella dei codec comuni più quelli relativi specificatamente ai DVD. L’operazione è semplicissima grazie al servizio 1-click-collection, la sezione che interessa è Multimedia, nello specifico Codecs pack (KDE o Gnome secondo le esigenze dell’utente) e DVD codecs.

Basterà cliccarci sopra perché venga avviato YaST che provvederà all’installazione.

Kubuntu

Già visto in un precedente post come installare i codec multimediali più comuni.

A questo punto, qualunque sia la distribuzione in uso, installare (se già non lo fossero stati)  anche i pacchetti libdvdnav, libdvdread4 e libdvdcss2.

Per installare libdvdcss2 su Kubuntu basta lanciare uno script che si occupa dell’operazione. Da Konsole digitare

locate install-css.sh

per trovare il percorso in cui si trova lo script (che nel mio caso restituisce /usr/share/doc/libdvdread4/install-css.sh), quindi

sudo /usr/share/doc/libdvdread4/install-css.sh

per avviarne l’esecuzione.

D’ora in avanti sarà possibile gustarsi i propri DVD preferiti.

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OpenSUSE 11.2: prova su strada

16 novembre 2009

Da qualche giorno è disponibile per il download (è possibile scegliere tra le diverse tipologie la più adatta al proprio sistema ed alle proprie esigenze, io ho scaricato il Live CD KDE4) la nuova release di OpenSUSE, la 11.2. Potete leggere l’annuncio ufficiale di rilascio, le caratteristiche salienti di questa nuova release. E’ disponibile un set di screenshot che vi accompagnerà alla scoperta ed ai primi approcci con questa bella distribuzione linux.

OpenSUSE forse è stata la prima distribuzione GNU Linux veramente “amichevole”, in grado di configurare tutto a “colpi” di click e, soprattutto, la migliore quanto a riconoscimento hardware. Rimane tuttora tra le più adatte a chi si avvicina a GNU Linux per la prima volta.

L’ambiente desktop è KDE 4.3.1 ed il kernel è 2.6.31.5-0.1-default.

OpenSUSE non include driver proprietari e nemmeno i principali codecs audio e video che dovranno perciò essere installati in seguito.

Avviando da CD, vengono riconosciute e montate le eventuali partizioni windows presenti (queste ed altre informazioni sul sistema in uso sono accessibili semplicemente cliccando su My Computer) sulle quali è possibile scrivere.

Il filmato che vi propongo non è indicativo del reale tempo di avvio, perché testato su macchina virtuale e poi editato per tagliare i “tempi morti”, è però utile per dare una breve rassegna dei software inclusi con un occhio di riguardo a quelli di uso più comune:

  • navigazione web: Konqueror e Firefox 3.5 (plugin flash non incluso ma scaricabile dopo l’installazione)
  • posta elettronica: KMail
  • chat: Kopete, Konversation
  • torrent: KTorrent
  • ufficio: OpenOffice.org
  • grafica: Gwenview (viewer), Gimp (editor), digiKam, showFoto
  • audio: Amarok
  • video: Kaffeine
  • navigazione file: Dolphin

Interessante la scelta di proporre Marble.

Da quanto vi ho appena descritto, è chiaro che un intervento, seppur minimo, dell’utente è richiesto perché il sistema si adatti alle nostre esigenze.

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I repositories

27 aprile 2009

Spesso si rimprovera GNU/Linux per la sua presunta mancanza di versatilità nel caso di uso in ambiente domestico. Dopo aver proceduto all’installazione della propria distribuzione GNU/Linux preferita, il più delle volte, infatti, ci si trova davanti un sistema operativo che non ci permette di eseguire le operazioni più comuni, quali ad esempio ascoltare la nostra musica preferita o vedere i nostri filmati. Anche il file sharing il più delle volte non è possibile e molti siti che sfruttano la tecnologia flash, come ad esempio YouTube, non possono essere visualizzati correttamente.

Per carità, succede lo stesso anche con Windows. In tal caso basta scaricare i programmi e codec necessari per avere un sistema performante. Nel caso di GNU/Linux ci si aspetterebbe di avere già tutto pronto, in quanto un’installazione comprende non solo il sistema operativo, ma anche tutta una serie di programmi che permette di essere fin da subito “produttivi”.

Qualche distribuzione fornisce quasi tutto il necessario, altre preferiscono di no per motivi legali e di copyright, lasciando però l’utente libero di provvedere da sé.

Concentrerò la mia attenzione su Mandriva, Kubuntu ed OpenSUSE e sulle procedure che permettono di renderle “usabili” in ambiente “domestico”.

Come per Windows, basta cercare in rete, ad esempio con Google, il software necessario, scaricarlo dal sito ufficiale o provare a farlo da uno dei tanti motori di ricerca appositi per scaricare software per GNU/Linux adatti alla propria distribuzione.

Niente .exe però, ma “pacchetti”, anch’essi installabili comunque a colpi di click.

  • I più noti sono gli .rpm, ideati da Red Hat e presto adottati da Mandriva. Li troviamo anche per Fedora, OpenSUSE ed altre distribuzioni.
  • I .deb sono caratteristici della Debian e delle distribuzioni da essa derivate, come ad esempio Ubuntu e “famiglia”.
  • I .tgz sono caratteristici della Slackware
  • I .tar.gz invece sono archivi compressi, adatti a tutte le distribuzioni, che vanno però “compilati”, sulla macchina che li ospiterà, mediante una procedura di solito standard e che comunque si trova descritta all’interno dei file di documentazione degli archivi stessi.

Tutte queste procedure, delle quali l’ultima risulta certamente più macchinosa, soprattutto per un “neofita” proveniente da Windows, non sempre vanno a buon fine, in quanto spesso sono richiesti altri programmi e librerie necessari perché l’installazione abbia luogo correttamente.

Ecco allora nascere i repositories, ovverosia dei database che ospitano tutti i software più comuni, già impacchettati per la relativa distribuzione. Ciò rende estremamente facili la ricerca, l’installazione (e l’eventuale rimozione) di software, che va fatta non più “surfando” per la rete, ma “appoggiandosi” all’apposito programma, caratteristico di ogni distribuzione, che si incarica appunto della ricerca e dell’installazione dei software che ci interessano, provvedendo automaticamente, se ne fosse il caso, ad installare le relative dipendenze, ovvero quegli ulteriori software e librerie senza i quali l’installazione, che ci eravamo prefissi, non avrebbe esito positivo.

Il programma che ci facilita la vita può essere MCC (nel caso di Mandriva), PackageKit (nel caso di Kubuntu), YaST (nel caso di OpenSUSE).

Di seguito trovate un link che riassume le varie procedure di installazione che possono essere effettuate.