Posts Tagged ‘KPackageKit’

h1

Installare Java su Lucid Linx

26 Maggio 2010

Nei precedenti rilasci di Kubuntu l’abilitazione di default dei repositories universe e multiverse permetteva di installare agevolmente java grazie al metapacchetto kubuntu-restricted-extra all’interno del quale era incluso.

Con l’avvento di Lucid Linx ciò non è più possibile in quanto Java adesso va installato a parte previa abilitazione dei repositories di Canonical (selezionabili tramite KPackageKit all’interno della scheda Altro software).

Ricaricata la lista dei pacchetti si può passare all’installazione di quelli di interesse nello specifico:

  • sun-java6-bin
  • sun-java6-jre
  • sun-java6-plugin
  • sun-java6-fonts

Eventuali altre dipendenze verranno risolte automaticamente.

h1

Debian-like, Ubuntu & family: ricerca ed aggiunta di repositories

23 Maggio 2010

Spesso possiamo aver bisogno di software che non si trovano nei repositories della propria distribuzione oppure, se presenti, non vengono aggiornati con un’adeguata regolarità. Si pone perciò la necessità di aggiungere ai propri repositories degli altri che garantiscano la possibilità di avere un parco software quanto più completo ed aggiornato possibile per le proprie necessità.

Farlo graficamente è semplicissimo. Basta andare su Sistema -> KPackageKit -> Impostazioni -> Modifica le fonti software -> Altro software -> Aggiungi, digitare la stringa del repository ed aggiornare.

In alternativa si può agire direttamente sul file di configurazione digitando:

sudo kate /etc/apt/sources.list

digitare in fondo al file la stringa del repository, salvare, chiudere ed aggiornare la lista pacchetti con:

sudo apt-get update

Se necessaria una chiave di autenticazione, scaricarla ed installarla graficamente tramite Sistema -> KPackageKit -> Impostazioni -> Modifica le fonti software -> Autenticazione -> Importa file chiave

oppure automatizzare il tutto da linea di comando digitando:

wget -q link.repositorykey.gpg -O – | sudo apt-key add –

link che si trova sul sito del software che si vuole installare.

La maggior parte dei software si trova sui repositories ppa di launchpad in tal caso basta recarsi su https://launchpad.net/ubuntu/+ppas e digitare nel campo di ricerca il nome del software e cliccare sul risultato.

L’aggiunta del repository e della chiave di autenticazione può essere fatta come descritto sopra o, più comodamente, in un unico passaggio da riga di comando digitando:

sudo add-apt-repository ppa:stringa

dove l’espressione “stringa” è riportata in “Adding this PPA to your system”.

Sempre come prima, ricaricare la lista pacchetti digitando:

sudo apt-get update

h1

Kubuntu ed il normale uso desktop

24 Maggio 2009

Già in versione live ci si rende conto che Kubuntu non supporta di default i più comuni formati proprietari audio/video, la situazione rimane inalterata ad installazione della distribuzione avvenuta.

Nonostante ciò Kubuntu viene incontro all’utente guidandolo passo passo alla loro installazione la prima volta che si cerca di eseguire un file che la rende necessaria.

Chi però già conosce Kubuntu da parecchio, sa che è possibile risolvere questo ed altri inconvenienti in un’unica mossa installando il pacchetto kubuntu-restricted-extras che oltre ai su citati codec installa pure flash, i più comuni caratteri true type e l’utilità di estrazione di archivi rar.

Per una lista dei pacchetti che verranno installati vedere qui. Noterete che è incluso pure java, a tal proposito però ci tengo a sottolineare che l’intera procedura di download ed installazione  non viene portata a termine se non previa accettazione dei termini di utilizzo di java.

Ho provato ad installare kubuntu-restricted-extras al solito per via grafica tramite KPackageKit senza ottenere alcun risultato. Almeno nel mio caso si è reso necessario l’utilizzo della konsole, peraltro molto semplice, basta digitare infatti:

sudo apt-get install kubuntu-restricted-extras

ed attendere il completamento della procedura che richiede diversi minuti.

h1

Medibuntu ed i repositories di terze parti

8 Maggio 2009

Per avere la possibilità di scaricare sempre il software adatto alla propria distribuzione occorre aggiungere repositories di terze parti. In rete potete trovare un’ampia documentazione che vi spiega come farlo, io qui preferisco mostrare un metodo principalmente grafico che si adatta a Kubuntu 9.04, riducendo al minimo il ricorso alla konsole, come mostrato dal filmato che vi propongo.

Scaricare la chiave di autenticazione del repository non sempre è richiesto, nel caso di Medibuntu però lo è.

Andando a vedere quali pacchetti saranno disponibili dopo l’aggiunta di questo repository si potrà notare che per la maggior parte si tratta di pacchetti dedicati alla multimedialità, figurano comunque anche Google Earth.

Da konsole dare il seguente comando per ottenere la chiave di autenticazione per il repository di Medibuntu

wget http://packages.medibuntu.org/medibuntu-key.gpg

Lanciare KPackageKit,  cliccare su -> Settings -> Modifica le fonti software. Spostarsi sulla scheda Authentication ed importare il Key File appena scaricato, all’interno della scheda Third-Party Software aggiungere il repository di Medibuntu

deb http://packages.medibuntu.org/ jaunty free non-free

deb-src http://packages.medibuntu.org/ jaunty free non-free

La lista dei pacchetti disponibili si aggiornerà automaticamente ed il repository di Medibuntu diventerà disponibile.

h1

I repositories

27 aprile 2009

Spesso si rimprovera GNU/Linux per la sua presunta mancanza di versatilità nel caso di uso in ambiente domestico. Dopo aver proceduto all’installazione della propria distribuzione GNU/Linux preferita, il più delle volte, infatti, ci si trova davanti un sistema operativo che non ci permette di eseguire le operazioni più comuni, quali ad esempio ascoltare la nostra musica preferita o vedere i nostri filmati. Anche il file sharing il più delle volte non è possibile e molti siti che sfruttano la tecnologia flash, come ad esempio YouTube, non possono essere visualizzati correttamente.

Per carità, succede lo stesso anche con Windows. In tal caso basta scaricare i programmi e codec necessari per avere un sistema performante. Nel caso di GNU/Linux ci si aspetterebbe di avere già tutto pronto, in quanto un’installazione comprende non solo il sistema operativo, ma anche tutta una serie di programmi che permette di essere fin da subito “produttivi”.

Qualche distribuzione fornisce quasi tutto il necessario, altre preferiscono di no per motivi legali e di copyright, lasciando però l’utente libero di provvedere da sé.

Concentrerò la mia attenzione su Mandriva, Kubuntu ed OpenSUSE e sulle procedure che permettono di renderle “usabili” in ambiente “domestico”.

Come per Windows, basta cercare in rete, ad esempio con Google, il software necessario, scaricarlo dal sito ufficiale o provare a farlo da uno dei tanti motori di ricerca appositi per scaricare software per GNU/Linux adatti alla propria distribuzione.

Niente .exe però, ma “pacchetti”, anch’essi installabili comunque a colpi di click.

  • I più noti sono gli .rpm, ideati da Red Hat e presto adottati da Mandriva. Li troviamo anche per Fedora, OpenSUSE ed altre distribuzioni.
  • I .deb sono caratteristici della Debian e delle distribuzioni da essa derivate, come ad esempio Ubuntu e “famiglia”.
  • I .tgz sono caratteristici della Slackware
  • I .tar.gz invece sono archivi compressi, adatti a tutte le distribuzioni, che vanno però “compilati”, sulla macchina che li ospiterà, mediante una procedura di solito standard e che comunque si trova descritta all’interno dei file di documentazione degli archivi stessi.

Tutte queste procedure, delle quali l’ultima risulta certamente più macchinosa, soprattutto per un “neofita” proveniente da Windows, non sempre vanno a buon fine, in quanto spesso sono richiesti altri programmi e librerie necessari perché l’installazione abbia luogo correttamente.

Ecco allora nascere i repositories, ovverosia dei database che ospitano tutti i software più comuni, già impacchettati per la relativa distribuzione. Ciò rende estremamente facili la ricerca, l’installazione (e l’eventuale rimozione) di software, che va fatta non più “surfando” per la rete, ma “appoggiandosi” all’apposito programma, caratteristico di ogni distribuzione, che si incarica appunto della ricerca e dell’installazione dei software che ci interessano, provvedendo automaticamente, se ne fosse il caso, ad installare le relative dipendenze, ovvero quegli ulteriori software e librerie senza i quali l’installazione, che ci eravamo prefissi, non avrebbe esito positivo.

Il programma che ci facilita la vita può essere MCC (nel caso di Mandriva), PackageKit (nel caso di Kubuntu), YaST (nel caso di OpenSUSE).

Di seguito trovate un link che riassume le varie procedure di installazione che possono essere effettuate.